L'impossibilita' di condividere a fondo una passione.
Un seguito di splendide inquadrature in bianco e nero (di William Lubtschansky), ma per tradurre il vuoto totale? Nemmeno l'ombra di una motivazione (nel contenuto come nella forma) affinché il malcapitato spettatore riesca ad afferrare quanto sia all'origine della passione dell'attrice Laura Smet per il fotografo Garrel figlio.
L'apparizione della medesima sotto forma di fantasma appare, in pratica, più credibile se non proprio godibile. Da vedere più che da capire?